SOCIAL NETWORKING

 

🌐 Benvenuti alla nostra sezione dedicata alle migliori pratiche nel Social Networking. In un'epoca in cui le interazioni digitali influenzano profondamente la nostra vita personale e professionale, è fondamentale navigare i social network in modo efficace e sicuro. Questa guida è pensata per offrirvi consigli pratici, strategie di comunicazione e suggerimenti per migliorare la vostra presenza online. Che siate nuovi nel mondo dei social media o professionisti esperti, qui troverete strumenti e risorse per ottimizzare la vostra esperienza e costruire, soprattutto, connessioni significative. 

 

L’utilizzo del social network Meta© per fare rete

Nel terzo millennio, ed in particolare negli ultimi anni, si è consolidato in modo significativo l’utilizzo dei social per svariate finalità. Nella fattispecie, è importante vedere come – al di là dei rapporti che avvengono di persona, o tramite telefono e mail – l’uso scientifico e mirato di messaggistica tramite gli strumenti che offre Meta©, quali Messenger© e WhatsApp©, uniti a Facebook© (profili personali e pagine dedicate) con il suo variegato sistema interconnesso, possa determinare sempre maggiori sinergie tra persone, istituzioni e sodalizi. In questo breve scritto, che ovviamente non ha la pretesa di essere esaustivo, sono forniti dei consigli utili.

Mi piace

Alcuni esempi che possono creare le dovute condizioni sono i vari cosiddetti “Mi piace” (dicasi “Like” in lingua inglese) che andiamo a mettere sui profili e sulle pagine, a foto, video e link, al fine di creare consenso con chi abbiamo contattato o vogliamo contattare. Chi riceve apprezzamenti su quanto pubblicato, ha la tendenza a vedere e valutare con empatia la persona che lo ha fatto. Questo modus operandi, offre anche il naturale ritorno di un consenso (senza che venga richiesto tramite un invito diretto) da parte di chi lo riceve con un “Mi piace” alla sua pagina nel caso ne abbia una, ricambiando così la cortesia ed ampliando il numero dei follower. Un sistema implementato da Facebook©, è quello utilizzato sulle varie pagine dove chi mette molti “Mi piace” su vari post, ha la possibilità di essere considerato un “Fan attivo” (che poi appare con un’iconcina specifica ogniqualvolta si va a fare qualche intervento su quella pagina) ed avere una graduatoria dedicata.

Post e hashtag

Altro elemento importante, è quello dell’utilizzo degli hashtag (es. #associazione) quando si pubblica un post, unitamente all’inserimento – quando possibile ed esistente - del profilo utente (es. @antoniorossello) o della pagina (es. @centroxxvaprile). Questo permette a chi è stato citato di essere informato dagli avvisi automatici previsti da Facebook©, quindi avere visibilità e, spesso, piacere nell’essere stati inseriti/citati in quel post e/o di entrare nella categoria di ricerca di quegli hashtag.

Commenti

Un aspetto, a volte trascurato, è quello del commento che si può fare ad un post, che però deve essere sempre pertinente, senza che sia troppo prolisso o caratterizzato da palese piaggeria (mai mediamente apprezzato). Questo permette nel caso si conosca il soggetto di creare gradimento e nel caso non si conosca, di creare le condizioni per sviluppare una conoscenza più approfondita.

Condivisione

Ulteriore aspetto è la condivisione di post di altri utenti e/o link di pagine/siti/articoli sul proprio profilo e/o sulla pagina, sempre gestendo opportunamente gli hashtag, citando eventualmente chi necessario e facendo brevi commenti nell’intestazione. Anche questo genera consenso, sempre fatto ove sia il caso. È bene sottolineare anche l’importanza di inserire dei link di siti e/o profili social sul proprio sito/blog, finalizzando questo ad un atto di cortesia e di apprezzamento di chi fa parte della rete o di chi si vorrebbe coinvolgere nella stessa. A volte, però, è opportuno chiedere il consenso quando trattasi di link a profilo personale.

Messaggi

L’uso della messaggistica (soprattutto con WhatsApp© piuttosto che con Messenger©) è molto diffuso per le varie comunicazioni, tuttavia anche in questo caso è bene sempre evitare alcuni errori ed abusi quali i testi scritti con abbrevazioni non propriamente in lingua italiana storpiando la parola o la frase (es. xchè), gli audio troppo lunghi (che non sempre l’interlocutore ha il tempo da dedicare all’ascolto), immagini non appropriate (che a volte possono pure creare imbarazzo o offesa), i sistematici giornalieri “buongiorno” e “buonasera” (mediamente un utente ha almeno una decina di chat fisse e, quindi, non può passare ore a rispondere a tutti se non strettamente necessario), intasare le chat di messaggi non specifici e finalizzati all’argomento trattato, scrivere tutto in MAIUSCOLO in quanto secondo la cosiddetta netiquette (insieme di regole informali che disciplinano il buon comportamento di un utente sul web, specie nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse come forum, blog, reti social o e-mail in genere) è assolutamente sconsigliato perché equivale ad urlare e così viene inteso dagli utenti. Buona regola, è scrivere il messaggio – per quanta confidenza ci sia tra le parti – come quando si scrive una lettera, in modo conciso e chiaro. Ma del resto, questo vale anche per le mail. Importante è poi dare una risposta ad un messaggio ricevuto. Infatti, quando non si può scrivere per mancanza di tempo, con un semplice emoticon (purché appropriato al contesto) determiniamo in chi lo riceve la dovuta considerazione, quasi al pari di una risposta con testo, mantenendo sempre vivo l’interesse e il rispetto che c’è nel rapporto.

Emoticon

Poi ci sono i cosiddetti “emoticon”, uno strumento di vari piccoli simboli integrato ai vari social spesso o abusato o trascurato. Abusato quando se ne si inseriscono troppi nei commenti, in quanto sebbene esplicativi se usati male sono di ambigua interpretazione. Trascurato quando non si utilizzano opportunamente per dare un utile supporto visivo ed emotivo, ad esempio, in un commento testuale (es. Complimenti! 😊 ), creando l’effetto psicologico - in chi lo riceve - di un messaggio più caldo. È un po’ la differenza che c’è nel fare una telefonata sorridendo, con moderato calore se in rapporti formali e non di amicizia consolidata, o nel farla in modo freddo: è chiaro che l’una sortirà un’apertura e l’altra una ovvia chiusura da parte dell’interlocutore.

Sticker ed Avatar

Inoltre con Meta©, oltre all’utilizzo di sticker vari (o realizzati autonomamente o usufruendo di librerie offerte), c’è la possibilità anche di crearsi un avatar a propria somiglianza che permette di modificare ogni aspetto personale, dalla fisionomia al vestiario. Con questo avatar è possibile personalizzare il profilo dappertutto, l’immagine di copertina su Facebook© ecc. Insomma, un altro sistema per comunicare i propri stati d’animo e socializzare in modo molto simpatico.

Foto e video con Instagram©

Infine, vale la pena di citare anche l’utilizzo di un altro strumento interessante, sempre di Meta©, che è Instagram©, dove molti aspetti sono simili a Facebook©, tuttavia siccome si pubblicano solo foto e video, le dinamiche sia di consenso sia di contatto, differiscono. Peraltro, Instagram© si sviluppa più sul contenuto visivo (ma anche audio) piuttosto che su quello testuale che rimane solo a complemento e a breve descrizione.

Comunque, fermo restando quanto sopra sommariamente descritto, un regola da applicare sempre è la discrezione nel comunicare ed interagire. Questo perché l’invadenza insita nei social, porta sempre a vedere con ovvio sospetto chi li sfrutta in modo inopportuno. Ecco perché adottando una linea guida comportamentale trasparente e rispettosa delle parti, questa sortisce indubbiamente le condizioni per creare rapporti sociali spesso duraturi e per creare una rete sociale attiva e coesa.

Franco Faggiano - Socio ASI | EPS (Esperto Progettazione Sociale) 

Nota: 

Il contenuto di questo articolo, pubblicato su liber@mente con il titolo "Meta©: istruzioni per l’uso", è parte integrante dello studio di Antonio Rossello "Elevare il riconoscimento e il prestigio di un'associazione locale: un approccio sociologico" pubblicato da Sociologia On Web e presentato a Roma in occasione della 2^ Edizione Open-Day FareRete 2024.

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Il messaggio

Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano. (Paulo Coelho)

Con un titolo così enigmatico, si potrebbe pensare ad un romanzo forse noir. In realtà, in queste poche righe a seguire, andrò a disquisire sinteticamente su come l’utilizzo di messaggi a cavallo della fine del secondo e l’inizio del terzo millennio, ha letteramente cambiato il nostro modo di comunicare, sostituendo il dialogo a voce, fatto di persona o per telefono, con la scrittura (anche con immagini e video a supporto, nonché audio), tramite gli apparati tecnologici a nostra disposizione.

Dalla nascita della cosiddetta posta elettronica avvenuta grazie a Ray Tomlinson, quando nell’ottobre del 1971 venne inviato il primo messaggio di posta elettronica utilizzando un programma che lui stesso aveva sviluppato, sono poi passati altri ventuno anni circa quando il 3 dicembre del 1992, fu inviato dall'ingegnere Neil Papworth il primo SMS da un computer a un “Orbitel 901” (un antesignano dei cellulari).

Queste due date, di fatto, hanno segnato l’inizio di una nuova era di comunicazioni, sicuramente innovativa tuttavia non priva di difetti e di problematiche indotte.

Le mail, sia normali sia PEC (Posta Elettronica Certificata), hanno quasi sostituito la posta tradizionale data prevalentemente da lettere in formato cartaceo. Aspetto, questo, se vogliamo prevedibile e in parte anche auspicabile ambientalmente parlando vista la riduzione di carta utilizzata e di trasporti correlati. Di contro, però, ha impigrito le persone al sano uso della penna per scrivere a mano e ad utilizzare con troppa disinvoltura tale strumento, spesso abusandone, soprattutto in ambito professionale.

L’abuso vero e proprio, però, non è avvenuto con la posta elettronica (dicasi e-mail), ma con la messaggistica (in particolare con app usate da smartphone, e due su tutte: WhatsApp© e Telegram©). Ormai tutti (compresi i meno giovani) utilizzano questo strumento di comunicazione, ma non sempre in modo consapevole ed opportuno.

Detto questo, gradirei adesso soffermarmi più su altri aspetti che non su quelli tecnici, che peraltro ho descritto e sviscerato in un mio altro articolo, ed evidenziare quanto segue con alcune domande che sorgono a me spontanee e che suggerisco a chiunque di porsi prima di scrivere un messaggio.

L’invio di un messaggio:

  • è veramente necessario? E se si, quando?
  • a volte, non nasconde la voglia di non sentire a voce l’interlocutore, anche solo per un limitato tempo a disposizione?
  • può non essere gradito? E viceversa, se si, quando?
  • è veramente il sistema più veloce ed immediato per contattare una persona, o forse con una breve telefonata potremmo sortire un effetto più immediato, soprattutto se i messaggi necessitano di risposte e contro risposte?
  • se scritto in modo inopportuno, non può essere mal interpretato? E se questo avviene, non è alquanto problematico spiegare poi cosa realmente si intendeva dire?
  • non induce chi lo scrive, ma anche chi lo riceve, a non preoccuparsi di sentire telefonicamente a voce, o ancor meglio ad incontrare la persona, dando per scontato che questo basti?
  • può essere interpretato come un voluto distacco fisico o come il voler mantenere le “distanze sociali” per svariati motivi?
  • non rischia, a volte, soprattutto se inviato professionalmente, una valutazione negativa da parte dell’interlocutore se il testo non è scritto correttamente (a volte anche per un banale errore di battitura o di correzione automatica dell’applicazione)?

Insomma, potrei andare ancora avanti con tanti ulteriori quesiti, ma il mio intento è quello di permettere a chi legge di fare le dovute riflessioni su quando e come il messaggio serva realmente e quando, invece, parlare o al telefono o di persona sia meglio.

Affidare tutta la nostra vita a questi “strumenti”, può si aiutare in alcuni casi (soprattutto quando le distanze geografiche sono considerevoli e non si può fare altrimenti), ma in tanti altri inaridisce chi siamo, non permettendo di evidenziare le nostre emozioni tramite il contatto diretto, fosse solo anche con la voce più che fisico. La socializzazione di un individuo nella società certamente può avvenire in più modi, compreso quello virtuale, ma non può essere l’unico o l'esclusivo sistema per dialogare, confrontarsi, e farsi soprattutto conoscere per quello che realmente siamo, con tutti i nostri pregi e difetti, senza limitare o peggio ancora mistificare la nostra essenza dietro ad uno schermo di qualsiasi tipo, sia di un computer sia di uno smartphone. La connessione tra le persone viaggia sì veloce grazie al web e a tutto quello correlato, ma quello che può offrire una sana conversazione verbale - in particolar modo quando ci si incontra di persona - non ha letteralmente prezzo, e non può e non deve essere sostituita!

Franco Faggiano - Socio ASI | EPS (Esperto Progettazione Sociale)  

Nota: 

Questo articolo è stato pubblicato su Il Corriere Nazionale.

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